I contribuenti titolari di partita iva che agiscono come sostituti d’imposta, cioè datori di lavoro che si sostituiscono a clienti e/o dipendenti nei rapporti con il fisco trattenendo tasse su compensi, salari, pensioni e che erogano redditi soggetti alla ritenuta d’acconto (ad es. compensi pagati a professionisti o lavoratori autonomi), devono calcolare la ritenuta e versarla nei termini di legge.
Entro il 28 febbraio dell’anno successivo al periodo in cui hanno erogato i compensi devono poi fornire un’attestazione da cui risulti l’ammontare di tali compensi e delle ritenute operate.
Cosa deve contenere la certificazione dei compensi?
Nel documento (del quale non esiste un modello ufficiale) devono risultare:
- i dati del sostituto d’imposta che firmerà il documento da consegnare;
- i dati del soggetto che riceverà la certificazione;
- la causale del versamento;
- l’importo delle somme corrisposte, indicando separatamente le somme non imponibili, ad esempio i contributi che vendono versate alle Casse di previdenza. La rivalsa del 4% per i lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS invece deve essere considerata come reddito e quindi anche su questi importi va calcolata la ritenuta d’acconto.
Le certificazioni dei compensi, unitamente alle copie delle fatture ed i modelli dei pagamenti delle ritenute servirà per compilare il 770, dichiarazione con la quale i sostituti d’imposta comunicano all’Agenzia delle Entrate i dati relativi alle ritenute operate.
Iscriviti alla newsletter per le ultime novità fiscali!
0
Ultimi commenti