Envato apre una sede negli Stati Uniti e cambia le regole di fatturazione e compravendita per chi vende in America. La società australiana aveva già apportato importanti cambiamenti dopo la registrazione della partita iva europea, passo che si è reso necessario per operare all’interno della UE.
Ne ho parlato in questo mio articolo: Envato e l’Iva europea, una mera questione burocratica?
Con l’apertura di una sede nel Nuovo Mondo, la società dovrà seguire ora anche le regole del fisco americano. Dal 1 gennaio 2016 vi saranno novità per gli autori che vendono i loro prodotti negli Stati Uniti tramite la nota piattaforma.
Envato apre una sede negli Stati Uniti
‘We’re expanding to America’, così inizia il titolo della nota di Collis Ta’eed, nella quale il CEO della Envato Pty Ltd spiega le nuove disposizioni operative che autori e affiliati della piattaforma di vendita dovranno seguire per vendere i propri prodotti in America.
L’espansione della società è parte di quanto previsto nella Envato’s 2015 Roadmap. Uno dei punti è quello relativo al diventare una società globale e di fatto, i miglioramenti che la società ha dovuto porre in essere in Europa per operare secondo le regole UE hanno sicuramente costituito un banco di prova per l’espansione in nuovi mercati, quale quello americano.
Vediamo in pratica se e cosa cambierà per gli utenti italiani che vendono tramite il marketplace di Envato.
Envato US
Dal 1 gennaio 2016 gli utenti americani di Envato saranno pagati ed acquisteranno tramite la società americana Envato US. Se a livello tecnico nulla cambierà, diverse saranno le regole a livello fiscale perché le transazioni dovranno seguire le norme fiscali americane.
Questo varrà anche per gli utenti non americani che continueranno il loro rapporto diretto con Envato Pty Ltd, cioè la società australiana. Le transazioni monetarie da e verso utenti americani dovranno però essere comunicate al fisco statunitense.
Il fisco americano può applicare una ritenuta alla fonte su alcuni tipi di guadagni, ad esempio interessi, dividendi, locazioni e royalty, pari al 28%. Se il cittadino americano è registrato ed ha un suo numero di identificazione fiscale, compila il form W-9 per indicare i suoi dati ed in questo caso il fisco non applicherà la ritenuta sui guadagni dei temi.
Envato US fornirà annualmente agli utenti una certificazione dei compensi percepiti tramite la piattaforma.
Quasi lo stesso vale per gli utenti non americani. In questo caso le ritenute applicate ai guadagni possono variare dallo 0% al 30% in base agli accordi intrapresi tra America ed il Paese di residenza dell’autore. Quest’ultimo deve indicare al fisco americano di non essere residente in America tramite il form W-8 altrimenti l’agenzia delle entrate statunitense applicherà automaticamente una ritenuta alla fonte del 28%.
Entro fine marzo dell’anno successivo Envato fornirà agli utenti un documento riepilogativo che gli stessi potranno usare per formare la propria dichiarazione dei redditi. Questo regime partirà dal 1 gennaio 2016, quindi Envato invierà entro fine marzo 2017 la prima certificazione dei compensi. Sarà cura degli utenti dichiarare i redditi secondo le regole fiscali del proprio Paese di residenza.
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