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L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato le bozze dei modelli degli Studi di settore 2013 (Anno d’imposta 2012).
Nella parte generale delle istruzioni l’Ade cita espressamente i contribuenti che nel 2012 sono usciti dal regime dei minimi per confluire in quello degli ‘ex minimi’. Questi devono comunque compilare gli studi di settore, tenendo conto però di alcuni fattori.

E’ il caso degli imprenditori individuali. Sappiamo che il regime dei minimi prevede il principio di cassa che si estende a tutti coloro che rientrano nel regime stesso, cioé si deve tener conto dei ricavi e delle spese effettivamente sostenute nel periodo d’imposta considerato. Fuoriuscendo dai minimi, le ditte dovranno calcolare invece ricavi e spese secondo il principio di competenza. Questo prevede che un costo è di competenza di un determinato esercizio se è maturato nello stesso o ha dato la sua utilità o ancora ha trovato copertura in un relativo ricavo. Allo stesso modo un ricavo è considerato di competenza dell’esercizio se è maturato nell’esercizio stesso o se ha trovato in esso il suo costo relativo.

Rimanenze di merci

Pensiamo ad esempio all’acquisto di merci. Come contribuente minimo, l’imprenditore deduce integralmente i costi di acquisto anche se i beni non vengono interamente impiegati nel processo produttivo perché il regime si basa sul principio di cassa. nel regime ordinario l’imprenditore avrebbe potuto dedurre solo il costo dei beni che hanno dato la propria utilità.

Come comportarsi allora con il cambio di regimi e di conseguenza con il passaggio dal principio di cassa a quello di competenza?
L’Agenzia delle Entrate specifica che il valore delle esistenze iniziali (ed il corrispondente valore delle rimanenze finali): “dovrà essere  determinato in relazione alle merci effettivamente giacenti nel magazzino, anche se i relativi costi, sulla base delle disposizioni previste dal regime dei “minimi”, sono stati dedotti integralmente nel periodo di imposta di acquisto. Analogamente, ai soli fini della compilazione del presente modello e della corretta applicazione degli studi di settore, devono essere individuati i valori delle quote di ammortamento relativi ai beni di costo unitario superiore a 516,46 euro, strumentali all’esercizio dell’attività d’impresa, ovvero di lavoro autonomo, acquistati durante i periodi d’imposta in cui il contribuente si è avvalso del regime dei “minimi”.

Per l’esempio proposto dall’Agenzia delle Entrate rimando alla lettura delle istruzioni.

Studi di settore per gli ex minimi

Cosa succede se vi dovesse essere la non congruità dei valori dichiarati rispetto ai risultati del software di calcolo Gerico? Bisogna porre  attenzione a compilare la scheda ‘note aggiuntive’ per indicare le cause che hanno portato alla non congruità dei ricavi o dei compensi dichiarati  e/o delle cause che giustificano un’incoerenza rispetto agli indicatori economici individuati dai predetti studi.

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