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Nella Legge di Stabilità 2015 sono presenti norme circa il nuovo regime fiscale che partirà dal 1 gennaio 2015, il regime forfettario. Ne ho  parlato in quest’articolo: Regime forfettario 2015, scopri la verità.

Di pari passo con l’introduzione del regime forfettario, nel 2015 verranno abrogati altri regimi fiscali e nello specifico il regime delle nuove iniziative produttive, il regime degli ex minimi ed il regime dei minimi. In quest’ultimo caso però la legge ha previsto che chi ha già partita iva nei minimi può continuare con il proprio regime fino alla scadenza del quinquennio o fino al compimento dei 35 anni di età se più  giovane.

Nell’articolo Regime forfettario 2015, scopri la verità ho proposto un esempio di tassazione di un professionista nel regime dei minimi  confrontandolo con la tassazione del regime forfettario.

Sebbene la maggioranza dei contribuenti sia interessata alla differenza tra regime dei minimi e regime forfettario e per questo motivo pubblicherò nuove indicazioni al riguardo, in questo post vorrei invece proporti l’esempio di un professionista ex minimo i cui redditi sono sottoposti all’irpef a scaglioni ed il confronto con la tassazione dei suoi compensi nel regime forfettario.

Il mio vuole essere solo un esempio di massima per capire come stanno le cose.

Per semplicità di esposizione non terrò conto di acconti pagati nell’anno precedente o da calcolare per l’anno successivo. Il professionista ha incassato 15.000 euro di compensi e sostenuto 3.000 euro di costi. Nel regime degli ex minimi alle fatture si applica l’Iva al 22% e si sottrae la ritenuta d’acconto del 20%. Per semplicità diciamo anche che tutti i costi che ha sostenuto avevano Iva al 22%. Il professionista ha versato 2.500 euro di Inps nell’anno precedente.

REGIME EX MINIMI

Fatturato 15.000 euro – Costi sostenuti 3.000 euro = Reddito netto 12.000 euro

Calcoliamo l’Iva annuale che l’ex minimo deve versare:
Iva al 22% su vendite 3.300 euro – Iva al 22% sugli acquisti 660 euro = Iva da versare 2.640 euro

Calcoliamo le tasse:

12.000 euro di reddito netto – 2.500 di versamenti Inps = 9.500 euro di reddito imponibile
9.500 * 23% = 2.185 di Irpef lorda
2.185 – 946 di detrazioni per lavoro autonomo = 1.239 Irpef netta
1.239 – 3.000 euro di ritenute subite sulle fatture = -1.761 euro di imposta a credito

Posso usare il credito irpef per compensare l’Iva che devo versare:
2.640 di iva – 1.761 euro di credito = 879 Iva da saldare

Vediamo l’Inps:
12.000 euro di reddito netto * 27,72% = 3.326,40 di saldo Inps

L’ex minimo versa:
3.326,40 di Inps + 879 di Iva = 4.205,40 euro

Ha sostenuto inoltre 3.660 euro di costi per l’attività durante l’anno che il suo regime gli ha permesso di ‘scaricare’.

REGIME FORFETTARIO

Calcoliamo le tasse da versare:

15.000 di compensi * 78% di coefficiente relativo alla propria attività = 11.700 euro reddito forfait
11.700 di reddito – 2.500 di inps versata = 9.200 euro di reddito netto
9.200 * 15% = 1.380 euro di imposta sostitutiva

Inps
11.700 * 27,72% = 3.243,24 euro

Il professionista nel regime forfettario versa:

3.243,24 di Inps + 1.380 euro di imposte = 4.623,24 euro

Questo nuovo regime non tiene conto dei costi sostenuti per l’attività, quindi posso anche aver speso più dei 3.000 euro del collega nel regime ordinario. Se ho speso 6.000, le tasse non saranno calcolate sul reddito netto di 9.000 euro (15.000 di incassi meno 6.000 di spese).
Ne devo tenere conto per non erodere i guadagni accumulati in vista delle tasse future.
Il collega nel regime ordinario sa invece che dovrà tener conto del reddito netto per calcolare le imposte quindi sottrae ai compensi le spese sostenute nel corso della sua attività.

Da questo esempio si evince come il regime forfettario, calcolando le imposte sostitutive non sul reddito netto ma su una percentuale forfettaria dei soldi incassati, porti, nonostante la tassazione inferiore in percentuale, ad un esborso maggiore perché non si può godere delle detrazioni irpef quali quelle per lavoro autonomo.

Il regime degli ex minimi sarà abrogato dal 2015 quindi il nostro professionista non potrà far altro che transitare, avendone i requisiti, nel regime forfettario. Si potrà consolare però con il fatto che non vi saranno studi di settore da compilare, liquidazione e dichiarazione Iva da spedire e diciamo la verità, non avrà grattacapi circa l’odiosa gestione della ritenuta d’acconto tra certificazioni dei compensi e modelli 770 da spedire.

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