Il 27 novembre il Consiglio dei Ministri si è riunito a Palazzo Chigi ed ha approvato un decreto legge che ha come oggetto l’abolizione della seconda rata dell’IMU. Tutto bene quindi? Non proprio.
Il comunicato del Consiglio dei Ministri
‘Si abolisce la seconda rata dell’IMU 2013 sull’abitazione principale ad eccezione degli immobili classificati nelle categorie A/1, A/8, A/9. Per quanto riguarda l’IMU agricola per i fabbricati rurali e per gli imprenditori agricoli professionali relativamente ai terreni è prevista l’esenzione totale dal pagamento della seconda rata.
Lo Stato rinuncia così a un gettito previsto di circa 2.150 mln.’
Il mancato gettito viene compensato tramite acconti e aumenti d’imposta a carico del settore finanziario e assicurativo.
In dettaglio, la copertura del provvedimento è così composta:
Per 1,5 mld circa: aumento al 130% dell’acconto IRES e IRAP dovuto per l’anno d’imposta 2013 dalle società del settore finanziario e assicurativo. Per questi stessi soggetti l’aliquota IRES viene elevata per il solo anno d’imposta 2013 al 36%.
Per 650 mln circa: anticipo a carico degli intermediari finanziari sulle ritenute relative al risparmio amministrato (conto titoli).
Per quanto riguarda il gettito ulteriore atteso dai comuni che hanno deliberato per l’anno 2013 aliquote superiori a quella standard, circa metà dell’importo viene ristorata dallo Stato; a fini perequativi l’altra metà verrà versata dai contribuenti interessati a metà gennaio 2014, alle stesse scadenze già programmate per altri tributi.
Il termine per il pagamento degli acconti dovuti da tutti i contribuenti soggetti a IRES è prorogato al 10 dicembre 2013.’
Il versamento dell’IMU da parte dei contribuenti
Alcuni contribuenti dovranno comunque versare la seconda rata IMU.
La chiave di tutto sta in due fattori: il primo è l’ammontare del gettito perso dallo Stato, 2.150 mln di euro che il Governo non riuscirà a recuperare del tutto anche aumentando gli acconti delle tasse a banche e società assicuratrici.
Il secondo fattore deriva invece dal fatto che se lo Stato ha previsto l’abolizione della prima rata IMU, non ha impedito ai Comuni la possibilità di deliberare aumenti delle aliquote previste per il calcolo dell’Imposta Municipale Propria.
Alcuni Comuni come Napoli, Verona, Milano, Brescia e altri ancora hanno aumentato le aliquote per l’abitazione principale e come cita il comunicato stesso, solo metà del maggiore importo atteso dai comuni verrà rimborsato dallo Stato, al resto dovranno provvedere i contribuenti che avranno tempo fino alla metà di gennaio.
Questi contribuenti si troveranno così a dover pagare l’imposta entro il 16 gennaio 2014. La scadenza potrà coincidere con il pagamento del saldo della Tares, slittata agli inizi del 2014 per la concessione, da parte del Ministero dell’Economia, di maggior tempo ai comuni per la riscossione…
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