In questi giorni sono state recapitate 300.000 lettere ai contribuenti con le quali l’Agenzia delle Entrate mette al corrente i soggetti di aver riscontrato anomalie tra i redditi dichiarati e quanto speso nell’anno 2010.
Uno scostamento superiore al 20% tra reddito e spesa fa scattare nel Fisco la presunzione che il contribuente abbia celato parte dei redditi percepiti per pagare meno tasse.
Il direttore aggiunto dell’Accertamento Pierpaolo Verna ha chiarito che non vi è obbligo di rispondere a queste missive e che il ricevimento della lettere non rappresenta l’avvio di un accertamento in via automatica nei confronti dei contribuenti.
Molti degli avvisi inviati ai contribuenti potrebbero essere determinate da un incremento della spesa dovuto all’acquisto di un immobile. In questi casi è chiaro che non ci si può riferire al reddito di un singolo contribuente ma dovrebbero essere confrontate anche altre fonti reddituali oppure verificare quanto il contribuente ha risparmiato nel corso degli anni precedenti l’anno d’imposta considerato.
Consiglio quindi di preparare documenti giustificativi che possano fornire prova di aver affrontato le spese avendo potuto disporre di un finanziamento, di risparmi di famiglia, ecc. In questo modo si potrà affrontare nel modo giusto l’eventuale contraddittorio nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate chiami per chiarimenti presso gli uffici.
Nel caso in cui il Fisco chiami il contribuente per il contradditorio, ricordo che si hanno 30 giorni di tempo per fornire i documenti giustificativi di spesa.
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