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Il 15 ottobre si è concluso il Consiglio dei ministri n.33. Il presidente Renzi ha  illustrato la Legge di Stabilità 2015, nella quale sono previste manovre a favore  delle partite iva.

L’intervento si è reso necessario perché l’inserimento di misure per i regimi  forfettari all’interno di un decreto attuativo di futura emanazione della delega fiscale (la legge 23/2014) non avrebbe permesso di rispettare i tempi per far  iniziare i nuovi regimi fiscali dal 1 gennaio 2015.

Il nuovo regime 2015 per i contribuenti minimi

Il Governo ha calcolato che sono 900.000 le partite iva con una soglia reddituale  inferiore ai 15000 euro. I contribuenti minimi con un basso livello di reddito  godranno di un regime forfettario che porterà alla riduzione di 800 milioni di  euro.

Riepilogando:

  1. la tassazione aumenterà al 15%, quindi con la dichiarazione del prossimo anno  avrai l’ultima possibilità di pagare il 5% di tasse;
  2. l’aumento della tassazione verrà bilanciato dall’eliminazione del tetto dei  cinque anni di permanenza nel regime dei minimi;
  3. non vi sarà un tetto singolo di reddito per tutti ma un tetto differenziato in base al codice Ateco della propria attività lavorativa.

La permanenza nel regime dei minimi superiore ai cinque anni è una buona  notizia per chi quest’anno doveva uscire dal regime ma il punto saliente rimane   comunque l’aumento della tassazione di 10 punti percentuali.

Purtroppo la carenza di opportunità nel mondo del lavoro dipendente ha spinto  molti giovani ad aprire partita iva, allettati dalla possibilità di lavorare pagando  imposte ridotte sul reddito accumulato. Bisognerà capire se la maggior parte di  questi 900.000 contribuenti minimi riuscirà ad assorbire il colpo della  tassazione maggiorata.

D’altro canto auspico anche che vengano varate riforme concrete per il mercato  del lavoro che possano agevolare le assunzioni in azienda per evitare il  proliferare delle false partite iva che di certo non aiutano molti giovani a fare carriera.

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