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Dal 1 gennaio 2014 l’aliquota Inps aumenterà di un punto percentuale per passare dall’attuale 27% al 28% (a questa quota si deve aggiungere lo 0.72% per prestazioni assistenziali di malattia, maternità e assegni familiari).

L’aliquota di questa gestione previdenziale è la più alta in relazione ad altre contribuzioni, come quella delle casse professionali e quella artigiani e commercianti. Nonostante questo se ne prevede il continuo aumento fino al raggiungimento dell’aliquota del 33% nel 2018.

ACTA, l’associazione dei consulenti del terziario avanzato, ha promosso insieme alla Confassociazioni, l’Agenquadri, Alta partecipazione, il  Dipartimento Democrazia Economica UIL, Consulta del lavoro professionale CGIL, il Colap, un appello per chiedere al Governo il blocco  dell’aumento dei contributi.

La Gestione separata Inps ha avuto nel 2012 un attivo di 8,6 miliardi, costituisce quindi una fonte di entrate non indifferente per l’Istituto. Sono più di un milione e mezzo gli iscritti, dei quali meno di 200.000 sono le partite Iva che pagano contributi esclusivamente a tale gestione. La maggior parte dei lavoratori invece sono costituiti da  parasubordinati la cui contribuzione ricade in quota parte anche sui committenti, inoltre  sono previsti compensi minimi oltre i quali scatta l’obbligo d’iscrizione.

La richiesta delle associazioni è di tener ferma la contribuzione tra il 27% ed il 28% senza aumenti negli anni a venire.

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